L’attaccamento degli italiani alla pasta, vero e proprio pilastro identitario, non conosce rivali. È un legame profondo quello con le tradizioni culinarie, evidenziato da alcune statistiche impressionanti: l’Italia guida il mondo nella produzione (3,6 milioni di tonnellate) e nel consumo (23 kg pro capite) di questo piatto iconico.
La pasta, derivata da semplici ingredienti come acqua e semola di grano duro, è un universo in sé. Le sue varietà narrano storie di territori, radici culturali, tecniche artigianali e la genialità dei pastai che hanno dato vita a un prodotto amato e accessibile a tutti.
Le abitudini di consumo in Italia ci dicono che, pur avendo oltre 500 formati tra cui scegliere, ci affidiamo spesso ai formati preferiti. Secondo Unione Italiana Food, il 70% della produzione di pasta è costituita da formati corti, mentre il restante 30% è rappresentata da quelli lunghi. Tuttavia, la scelta ideale del formato di pasta dovrebbe essere guidata dalla ricetta che si intende preparare.
I formati di pasta più amati in Italia: spaghetti e penne in testa
Gli italiani hanno una netta predilezione per gli spaghetti, posizionandoli al primo posto dei formati di pasta più amati. Seguono le penne al secondo posto, consolidando così la loro supremazia. Questi due formati rappresentano tra il 36% e il 42% della pasta venduta in ogni regione italiana. Al di là di questi, emergono preferenze regionali: fusilli al Nord, mezze maniche al Centro e la pasta in brodo al Sud.
Gli abbinamenti perfetti: forma, trafila e capacità di trattenere il condimento
Ogni formato di pasta ha una storia da raccontare quando si unisce a un condimento: le sue caratteristiche, infatti, influenzano il modo in cui si sposa con il sugo e la riuscita del piatto. Le spire di un fusillo, ad esempio, catturano il sugo, gli spaghetti invece lo avvolgono, mentre formati come le lumachine lo accolgono al loro interno. La scelta del formato influisce sulla consistenza del sugo, sulla cottura e persino sul modo di servire e gustare la pasta.
La trafila utilizzata durante la produzione definisce inoltre la texture della pasta in bocca: il bronzo produce una pasta più porosa e cattura meglio i sughi leggeri, mentre il teflon offre una consistenza più croccante.
L’abbinamento perfetto richiede anche la giusta intensità: la consistenza della pasta deve bilanciarsi con quella del condimento. La corretta tecnica di cottura, come il mantecare in padella o la cottura risottata, può fare la differenza nell’esaltare l’incontro tra pasta e sugo.
Ecco come abbinare i formati di pasta più popolari secondo i Pastai di Unione Italiana Food:
PASTA LUNGA
Bucatini: amatriciana, gricia, sughi strutturati con pomodoro e formaggi
Bavette: sughi semplici di pesce, pesto alla genovese
Capellini: minestre
Fusilli: con ragù alla napoletana, sughi di carne, ricotta
Lasagne: sughi ricchi di carne, formaggi e verdure
Maccheroncini: ragù alla napoletana, sughi di carne
Rigatoni: sughi corposi, ragù di carne, verdure, salsiccia, adatti anche a timballi al forno, con sughi di carne
Spaghetti: serviti asciutti, con filetto di pomodoro, sughi all’olio, sughi di pesce, carbonara
Ziti: serviti asciutti, in timballo o spezzati con ragù alla napoletana o sughi di carne
PASTA CORTA
Conchiglie: con salsa di pomodoro, sughi semplici, sughi di carne
Farfalle: sughi semplici all’olio, paste fredde estive
Mezze maniche rigate: pomodoro fresco o sughi semplici al burro, carbonara
Orecchiette: cime di rapa, sughi al pomodoro e ricotta
Pasta mista: in brodo, brodo, minestroni, zuppe, la pasta e fagioli
Penne lisce: sughi leggeri di pesce e verdure, pasta fredda
Paccheri: ragù di pesce, sughi corposi di verdure
Trofie: lessate con fagiolini e patate e poi condite con il classico pesto alla genovese
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