25.10.2017
PASTA: 5 MOTIVI PER CUI PUÒ COMBATTERE FAME E MALNUTRIZIONE
La sfida globale alla fame nel mondo

PASTA: 5 MOTIVI PER CUI PUÒ COMBATTERE FAME E MALNUTRIZIONE

Oggi la pasta si confronta con un’altra emergenza alimentare globale: secondo il rapporto ONU“The State of Food Security and Nutrition in the World 2017” a cura delle agenzie Fao, Ifad e World Food Programme, nel 2016 la fame nel mondo è tornata a crescere dopo un declino che durava da oltre un decennio. Oggi ne sono colpiti 815 milioni di persone, 38 milioni in più rispetto al 2015, l’11% della popolazione mondiale.

Un campanello d’allarme per il raggiungimento dell’obiettivo di porre fine alla fame e a tutte le forme di malnutrizione entro il 2030, che l’Agenda per lo sviluppo sostenibile 2030 si è posta come priorità politica internazionale. E il mondo della pasta si candida ad essere parte della soluzione.

Per questo i pastai italiani e di tutto il mondo si sono impegnati nell’iniziativa benefica globale “The power of pasta”, con la quale verrà donata ad Associazioni locali impegnate nella lotta contro la fame un quantitativo di pasta sufficiente a realizzare oltre 3 milioni di piatti di pasta. Ambasciatori di questa iniziativa benefica tre “super-chef”: per l’Italia Antonino Cannavacciuolo consegnerà alla Caritas Diocesana un quantitativo di pasta sufficiene a garantire 160mila pasti caldi agli indigenti di 12 Regioni; negli USA toccherà a Bruno Serato, già votato eroe dell’anno per la CNN per il suo impegno sociale. Da più di 10 anni prepara pasti caldi per 1.500 motel kids della California. E in rappresentanza del Brasile, David Hertz, che da 10 anni con “Gastromotiva” offre l’opportunità di una formazione alimentare e culinaria agli abitanti delle favelas di San Paolo, Rio de Janeiro, Bahia e Città del Messico e, più recentemente, ha collaborato con Massimo Bottura al progetto Refettorio Rio, che cucina nelle mense dei poveri i prodotti rimasti inutilizzati nel ristorante.

Ecco 5 perché è ideale per nutrire un pianeta sospeso tra malnutrizione e obesità in modo sano e sostenibile.

  1. È BUONA – Pochi altri alimenti al mondo riscuotono tanto successo come la pasta. Semola, acqua, passione e competenza del pastaio danno vita ad uno degli alimenti migliori al mondo dal punto di vista organolettico. È unica perché sa essere umile, con un gusto amato da tutti nelle preparazioni più semplici. È consumata in tutto il mondo ed è accogliente nel saper riunire tutti intorno alla tavola.
  2. È SANA E ADATTA A QUALSIASI STILE DI VITA – Da tempo i nutrizionisti concordano sul fatto che la pasta sia un alimento sano e che i suoi carboidrati complessi siano indispensabili in ogni dieta. Specie quando la abbiniamo ad altri cibi salutari (verdure, ortaggi e olio di oliva) della dieta mediterranea. La digeribilità della pasta e delle sue varianti – come quella integrale – ne fanno un alimento versatile, adatto ad ogni età e alle esigenze di chi segue, per scelta o per necessità, regimi alimentari particolari.
  3. È ACCESSIBILE – Oggi il costo medio di un piatto di pasta è veramente ragionevole: con 45 centesimi di euro ci si può preparare una porzione di spaghetti al pomodoro conditi con una generosa spolverata di parmigiano. Basti pensare che un sms costa in media 15 centesimi. O che con la spesa di un pieno di benzina, circa 70 euro, un italiano ha un piatto di pasta assicurato per 6-8 mesi…
  4. È PRATICA – Grazie alla pasta, in 15 minuti circa possiamo preparare e mangiare un ottimo primo piatto, con un condimento semplice e sano. Inoltre è comoda da trasportare e conservare perché non ha bisogno del frigo, occupa poco spazio, è leggera, non soffre il caldo né il freddo.
  5. È SOSTENIBILE – Mangiare pasta è anche una scelta sostenibile. Non solo è protagonista di tanti piatti anti spreco che valorizzano gli avanzi, ma l’impronta ecologica* di una porzione di pasta (80 grammi) è minima: 1 m² globale). Inoltre, che sia in cartone o in film plastico, il suo packaging permette un recupero al 100% dei materiali d’imballaggio.

 

* L’impronta ecologica è un indice statistico utilizzato per misurare la richiesta umana nei confronti della natura. Essa mette in relazione il consumo umano di risorse naturali con la capacità della Terra di rigenerarle.